COMUNICA. VALORIZZA. CRESCI.

L’informazione è chiamata a mettere i cittadini nelle condizioni di farsi un’opinione, e non di averla inculcata. Il metodo giornalistico, che si basa sul corretto bilanciamento tra diritto di cronaca e rispetto dei diritti umani, sull’obiettività e sulla verità sostanziale dei fatti è l’unico antidoto alla cattiva informazione fatta di fonti non verificate, di privacy non tutelata, di fake news.

In passato, il giornalista andava a caccia di notizie. Oggi siamo letteralmente bombardati da un flusso quasi incontrollato e costante di notizie o presunte tali. Nell’era digitale tutti pensano che per fare informazione sia sufficiente postare foto o video sui social: purtroppo, spesso ciò avviene senza che si conoscano le più elementari norme di tutela della privacy Ecco perché il filtro del giornalista è assolutamente necessario.

L’informazione è tutto ciò che rappresenta un contributo di conoscenza per la collettività. Il resto è comunicazione. L’incapacità di individuare nell’utilità sociale il discriminante tra informazione e comunicazione è una grave lacuna del nostro tempo, figlia di una formazione di base estremamente carente che chiama in causa soprattutto il mondo della scuola.

Ad eccezione di alcuni scenari distopici che qualcuno ha già tratteggiato, non conosciamo ancora né la portata né gli effetti dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro, dell’informazione, sulle nostre abitudini. Una cosa è certa: professionalità, sensibilità e competenza sono caratteristiche proprie del giornalista e non di un robot o di un algoritmo.